Vino&Tradizione

04 dic

Vino&Tradizione

L’ESTATE DI SAN MARTINO E LE PREGHIERE PER LA NUOVA STAGIONE

«L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino».
Nel pieno dell’autunno, mentre la terra sannita regala i suoi ultimi frutti, si irradia nell’aria una temperatura più mite.
San Martino, che il calendario religioso festeggia l’11 novembre, è una figura particolarmente cara al mondo contadino profondamente legata al vino, tanto che un antico detto popolare recita che in concomitanza di questa ricorrenza ogni mosto diventa vino.
La tradizione vuole che il giorno di San Martino sia quasi ogni anno una bella giornata di sole, tanto da rievocare un ritorno della bella stagione. Motivo per cui si parla di «estate di San Martino». Tutto nasce dalla leggenda, che vuole che in tale data il giovane Martino incontrasse tra le campagne della Gallia un mendicante rattrappito dal freddo. Gli offriva metà del suo mantello ed ecco, dopo pochi attimi, splendere un bel sole che allontanò la morsa del freddo.
Sono questi i giorni in cui il mondo agricolo leva al cielo una preghiera di ringraziamento, riflettendo sulla stagione appena conclusa e augurandosi abbondanza e prosperità per quella che sta per avviarsi. Nei tempi addietro era il tempo in cui avveniva la suddivisione dei raccolti tra il padrone e il mezzadro, mantenendo fede a tutto quanto sancisse il loro contratto.
Per il contadino che non si vedesse rinnovare il contratto significava perdere il lavoro e anche la casa.
Con la propria famiglia era costretto a spostarsi da un podere all’altro, con la speranza di tempi migliori, portando con sé tutto quel che aveva.
Niente mobili, solo un letto per dormire, gli attrezzi del lavoro e gli utensili della cucina. Infine la vera ricchezza, costituita da alcuni sacchi di frumento, da quelli di patate e di mais, dalla frutta e dalle castagne appena raccolte.
Solo il tempo di raggiungere la nuova abitazione, il nuovo lavoro, ed ecco che la delusione si trasformava in un giorno di festa, brindando con il vino vecchio che andava consumato – tutto – in modo da poter pulire le botti dove andava riposto il frutto della vendemmia da poco terminata.
Rievocando questa immagine, assaporando caldarroste accompagnate da un sorso di vino novello, il primo frutto dell’ultima stagione, l’intero team della ‘Vinicola del Sannio’ alza al cielo la preghiera di una stagione clemente, di una campagna abbondante, che doni ai viticoltori, i veri protagonisti del mondo agricolo, il giusto frutto.