VINO & STORIA

18 lug

VINO & STORIA

LA FILLOSSERA E LE PICCOLE MANI DI LUIGI.

Nei primi decenni del ‘900 uno spettro si aggirava tra le vigne della Campania. Lo spettro della fillossera, il flagello più devastante che la vite abbia mai subìto. Questo afide proveniente dall’America iniziò ad infierire sui vigneti francesi nell’estate del 1868.
Nel giro di pochi anni l’acaro assunse il volto di spietato killer delle vigne europee. Pungeva l’apparato radicale, provocando in poco tempo la morte delle piante.
A Castelvenere, il paese dove opera la ‘Vincola del Sannio’, la presenza della fillossera venne accertata nell’estate del 1928. Con un decreto del 26 luglio, il Ministero dell’economia nazionale adottò sull’intero territorio castelvenerese il divieto di vendita di viti, talee e magliuoli. Una curiosa coincidenza volle che quell’atto giunse nel giorno in cui si celebra la ricorrenza religiosa di Sant’Anna, la mamma della Madonna. Per uno strano destino quell’estrema decisione, che avrebbe avuto conseguenze negative per l’economia del paese profondamente legato alla vite, giunse mentre gli agricoltori venneresi rendevano omaggio alla loro protettrice, sfilando ordinatamente dietro la statua della santa. L’atmosfera che si respirava non era però festosa. La processione attraversava uno scenario insolito, con la campagna che mostrava i terribili segni inferti da quel malanno maledetto. Persino il volto di Sant’Anna appariva più rugoso. Quasi incapace di irradiare luce protettiva sul suo popolo che, in quel momento di profondo sconforto, si affidava completamente nelle sue mani.
Tra le preghiere che si levarono verso la santa anche quelle di Grazia Scetta, da poco diventata moglie di Raffaele Pengue, il fondatore della nostra azienda.
La donna pregò Sant’Anna affinché il bimbo che portava in grembo, primo frutto del loro matrimonio, potesse vivere lontano da quelle ansie. Luigi nacque nel pieno di quella vendemmia amara. Fu per questo che gli venne imposto di studiare. Giovanissimo lasciò il paese. Dopo la laurea e la specializzazione in ortopedia giunsero i primi incarichi al Nord e l’approdo al Centro Traumatologico Ortopedico di Firenze, per una lunga e brillante carriera.
Di quel breve contatto con le vigne della sua terra natìa, Luigi conserva ricordi indelebili. Rievoca i momenti in cui le sue piccole mani divennero strumenti indispensabili per il risorgere delle nostre vigne. E ricorda il papà Raffaele, tutto assorto nel praticare l’innesto a doppio spacco inglese, quello meno semplice ma più efficace per trapiantare le uve locali sulle barbatelle americane, mettendo così al sicuro l’enorme patrimonio varietale castelvenerese. Lui lo seguiva, per proteggere la piantina appena innestata, avvolgendola con delicatezza con un mix di terra e foglie. Ancora oggi siamo profondamente legati a quelle piccole mani di Luigi, al loro grande atto di amore verso questa terra, verso le nostre vigne. A quelle vigne intorno a cui, nel 1951, prese slancio l’avventura oggi diventata ‘Vinicola del Sannio’.